Allucinazione collettiva

Ora se ne sono accorti in molti: questo Genoa non è quello che ci avevano presentato. E infatti, sta scivolando verso il fondo della classifica. Gila è ancora l’uomo giusto?

Partiamo dal risultato: lo 0-3 contro la Juventus dice tutto sulla prestazione del Genoa, giocata nel deserto del Ferraris. Oltre ad una settimana calcisticamente nera, ora bisogna fare i conti con un’involuzione che può diventare preoccupante.

Il problema principale è la mancanza di qualità: in soli sei mesi è stata smantellata l’ossatura di una squadra competitiva. La precedente proprietà sarebbe stata criticata duramente, mentre ora si è preferito aspettare il latte versato, perché?

Eppure, i segnali c’erano, forse non così evidenti, ma era chiaro che ripetere la scorsa stagione sarebbe stato quasi miracoloso.

Alcuni mi dicono che c’è ancora tempo per rimettersi in linea con gli obiettivi, che siamo solo dei pessimisti a pensare il contrario. Ma, vista la situazione, io penserei prima a salvarmi, e rifletterei su questa allucinazione collettiva, che ora rischia persino di mettere in discussione l’idolatrato Gila.

Il mister ha commesso diversi errori, con grandi responsabilità, a partire dal derby. Ma non è giusto che sia l’unico parafulmine di una situazione poco chiara e gestita male sin dall’inizio.

La partita di ieri mostra un Genoa in grossa difficoltà: i giocatori danno tutto, si battono, ma senza riferimenti adeguati la prestazione si dissolve. D’altronde Vitinha non è Albert, Pinamonti non è Retegui, e la squadra ha perso ulteriori certezze dopo gli addii di Dragusin e Martinez. Ripeto: tutto in sei mesi.

Non sarebbe una situazione così preoccupante, se non fosse per i mille proclami e, soprattutto, per l’allucinazione collettiva che ha portato ad una sopravvalutazione imbarazzante della squadra.

Era infatti evidente l’incongruenza tra le parole, ambiziose e condivisibili di Blazquez, e i fatti. Ora che il Genoa è scivolato in fondo alla classifica, l’unico pensiero deve essere la salvezza. Non per mancanza di ambizione, ma per necessità. E questa, in fondo, è la sconfitta più grande.

Pubblicato da Jacopo D'Antuono

Genoano dal 1990, ha collaborato con alcune delle più importanti testate giornalistiche italiane, tra cui IlSussidiario.net, IlGiornale.it, Affari Italiani e Blasting News. Scrive di tutto: dallo sport al gossip, dal cinema alla musica, dalla cronaca alla tv. Opinionista radiofonico e televisivo, è stato spesso ospite di Primocanale per commentare il Genoa. Dal 2018 dirige lavocerossoblu.com e si occupa, a livello professionale, di marketing e comunicazione. Cinico e disilluso, eppure sogna ancora la stella.