“Salvezza? Anche nelle ultime giornate, purché si riesca a mantenere la Serie A”, ha detto il tecnico biellese.
Giusto volare bassi, specialmente dopo le delusioni degli anni scorsi. Anni in cui i megalomani del mercato e i so tutto io regalavano 9 e 10 ai mercati di Preziosi. Salvo poi criticarlo e smentire loro stessi con giudizi tranchant.
Ma questo non è il momento di riaprire le ferite del passato. Sarebbe invece il momento di cavalcare l’entusiasmo. Il momento di sognare, almeno di osare, con umiltà certo, di approcciare alla Serie A con un pizzico di sfrontatezza e sana ambizione.
Non si chiede molto. Non si chiede l’Europa. Non si chiede proprio nulla. Se non di godersi la stagione che verrà col giusto entusiasmo, senza auto-imporsi limiti da quindicesimo posto.
Salvarsi in Serie A, da qualche tempo a questa parte, è diventato un obiettivo più che alla portata. Per questo dico che c’è salvezza e salvezza. Che centrare il traguardo all’ultima giornata è diverso dal farlo con quattro, cinque o sei giornate di anticipo.
Si alzi l’asticella, almeno su questo.