Cosa ne penso dei Preziosiani (convinti a prescindere…)

Cosa ne penso dei Preziosiani (convinti a prescindere…)

Oggi parliamo dei Preziosiani convinti: come riconoscerli? Qual è il loro pensiero? Perchè non fanno il bene del Genoa?

Enrico Preziosi in Tribuna al Ferraris

Dodici anni di fila in Serie A, tra salvezze all’ultimo minuto, bocciature Uefa, cessioni incomprensibili, problemi finanziari, esoneri e parecchie figuracce a livello nazionale. Nonostante questo i ‘Preziosiani convinti’ esistono ancora, felici di lodare l’uomo al comando che a loro dire rappresenterebbe il massimo possibile per il Genoa.

Accontentarsi non farà spiccare il volo al Genoa

Anche io sono per la riconoscenza, ma fino ad un certo punto. Dico grazie per alcune grandi soddisfazioni sportive che non avevo mai provato nella mia storia da tifoso rossoblu, grazie per i campioni, seppur passeggeri, e grazie soprattutto per il coraggio con cui agli inizi degli anni duemila il presidente ha prelevato il club salvandolo dal fallimento.

Riconoscenza sì, masochismo e occhi foderati di prosciutto no. Oggi le cose sono cambiate, restare in Serie A non è più un miracolo, non può essere considerata la massima ambizione di una squadra gloriosa come il Genoa. Se il club non avesse attraversato le famose tempeste finanziarie in cui la proprietà a suo malgrado è finita, oggi potrebbero persino bastare i soli introiti delle televisioni per alzare l’asticella delle ambizioni. Il Grifone per blasone, storia e tifo è da primi posti in Serie A. Non lo dico io, lo dicono le cifre dei diritti tv, lo riconosce il mondo del calcio.

La situazione è chiara, ma non per i fan sfegatati dell’attuale presidenza. A loro basta la salvezza tranquilla perchè i predecessori erano peggio o perchè “tanto siamo il Genoa dove vuoi andare“. Il perfetto emblema che viaggia sugli stessi binari di una città che non vuole crescere in altri contesti e che nelle novità vede solo problemi o salti nel buio. Ecco questa parte di tifoseria è quella che più o meno inconsapevolmente blocca il cambiamento, quella che “o arriva lo sceicco o mi tengo Preziosi“.

No signori, così non si può andare più avanti. Questo Genoa è affidato il più delle volte al caso e a uomini sicuramente preparati che lavorano in un contesto privo di programmazione.

Basta poco per fare un salto indietro, basta pochissimo per fare un salto in avanti. Basta volerlo, basterebbe sistemare una volta per tutte i conti e non vivere di ricatti. Anche certe cessioni sarebbero tollerate se ci fosse la minima sensazione di voler reinvestire il ricavato sul mercato.

Ma la sensazione di un Genoa forte e ambizioso non c’è mai, c’è solo il desiderio di stare tranquilli e salvarsi. Ma così, il calcio, ha ancora un senso?

 

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Pubblicato da Jacopo D'Antuono

Genoano dal 1990. Scrive e collabora con alcune delle più importanti testate giornalistiche italiane, tv e radio. Alla guida de lavocerossoblu.com dal 2018. Cinico e disilluso, eppure sogna ancora la stella.