Genoa in difficoltà, ma per i fuffaguru del “giornalismo sportivo” andava tutto bene
Hanno cavalcato l’onda quando non c’era da cavalcare nulla. Hanno spacciato il mercato estivo del Genoa come uno dei migliori degli ultimi anni, salvo poi scoprire che era tra i peggiori e che ogni previsione era sbagliata. Prima hanno santificato Gilardino, salvo poi abbandonarlo. Lo stesso è accaduto con la proprietà americana che, ribadisco, ha condotto un triennio senza lode né infamia: una retrocessione, una promozione e una salvezza dignitosa, con alcuni giocatori di valore.
A macchiare tutto, la mancata licenza UEFA, definita da molti come “inutile”, e soprattutto la mancanza di ambizioni, emersa chiaramente nell’ultimo mercato, quando si prometteva un Genoa più competitivo, in corsa per l’Europa, se non quest’anno, sicuramente il prossimo. Promesse infondate, certo, ma questo fa parte del gioco.
Ciò che non possiamo perdonare ai fuffaguru del giornalismo sportivo, alle pagine e alle paginette social, ai guru e pseudo-guru che fingono di sapere tutto senza sapere nulla, è aver aizzato le folle contro chi invece cercava la verità. Contro chi osava fare domande scomode o offrire un punto di vista controcorrente. Hanno marciato sul troppo amore per il Genoa, per raccogliere l’applauso facile, accostando anche al grifone il fondo PIF, che ad oggi non si è mai palesato.
Dagli elogi agli insulti… perché?
Il marketing e le strategie di impresa sono stati tirati in ballo a sproposito, senza conoscere nulla di 777 Partners o di chiunque altro coinvolto. Dubito persino che questi esperti sapessero il significato di “CEO” prima della nomina di Blazquez. Ne hanno sparate di ogni, tra allusioni e illusioni. E ora, come al solito, sparano sulla croce rossa, per un pugno di like.
In una sola parola: fuffaguru. Sono loro i veri responsabili della disinformazione, sempre pronti a cavalcare l’onda del momento, senza mai approfondire o realmente capire cosa sta succedendo. E poi la colpa, sarebbe sempre e solo degli altri. Magari dei giornali o dei giornalisti… soprattutto quelli norvegesi.