Lo dico subito, a scanso di equivoci: la vittoria dell’Atalanta contro il Genoa ci stava e alla fine è ineccepibile. Un po’ eccessivo il passivo (1-4) che dà l’idea di una Dea dominante al Luigi Ferraris. Invece per larghissimi tratti è stata una partita quasi ad armi pari, con il Genoa che ha tenuto testa ai nerazzurri, nonostante lo svantaggio iniziale (De Ketelaere).
Con l’ex Malinovskyi è arrivato il meritato pareggio, poi il bis di Pasalic e la bella parata di Carnesecchi su Gudmundsson. Invece nel maxi recupero finale, è saltato ogni equilibrio tattico e il Genoa ha pagato un prezzo salatissimo: l’ex Zappacosta ha firmato il terzo gol e infine Touré 1-4.
Un brutto modo di farsi travolgere, ma oserei dire anche un brutto modo di sperimentare, con il Genoa sbilanciatissimo e con troppi attaccanti. Il risultato è un gran confusione nella metà campo nerazzurra con Messias, Malinkovskyi, Ekuban, Gudmundsson e Retegui che lottano senza esito.
Finisce comunque tra gli applausi di uno stadio che canta “vi vogliamo così“. Forse, non proprio così. Anzi abbiamo trovato senza senso tattico il finale all’arma bianca del Genoa. Uno squilibrio tale non certo tipico del Genoa di Gilardino. A proposito di allenatori, segnaliamo le parole di Gasperini, che ha rivolto un pensiero a tutto lo stadio.
“Una delle cose più belle della mia vita mi è capitata quando sono venuto qui con il Palermo. Ricordo con piacere l’accoglienza che mi hanno riservato. Sono stati straordinari anche stasera. Fa bene al calcio“.