Ora si aspetta Bruno Labbadia, l’uomo a cui appigliarsi per sperare in un miracolo ormai possibile solo per un discorso matematico.
Perché il Genoa, in campo, e secondo la logica, sembra non avere più chances.
E la classifica piange, anzi è disperata, con sei punti di distacco dal Venezia quartultimo e con una partita in meno.
Va bene tutto a questo punto, sportivamente anche la retrocessione, ma non così.
Il risultato tennistico di Firenze (6-0) certifica le scelte tardive di 777 e alcuni gravi errori, tra cui l’esonero di Ballardini, l’ingaggio faraonico a Shevchenko, il tira e molla per il suo allontanamento e la “promozione” temporanea di Konko.
Resta però l’ambizione, la potenza economica e la buona volontà per dare segnali di vita in questa seconda parte di stagione.
La matematica dà ancora un barlume di speranza al Genoa, ma ora più che mai serve soprattutto un mercato rapido e di spessore.
Comprendiamo le difficoltà legate alla classifica, alla pesante eredità lasciata da Preziosi, alle trattative difficili, alle perplessità dei giocatori ad accettare una situazione compromessa, ma bisogna fare presto e possibilmente iniziare a vincere qualche partita.
Consapevoli che potrebbe non bastare, a meno che le altre non decidano improvvisamente di suicidarsi.