Genoa, zero tiri in porta e quei problemi irrisolti con il mercato. La corazzata non esiste (e non è mai esistita)

Genoa, zero tiri in porta e quei problemi irrisolti con il mercato. La corazzata non esiste (e non è mai esistita)

Al Tardini il Genoa di Gila viene annullato e piegato dal Parma: soliti problemi, che potevano essere risolti col mercato…

Chi legge la Voce sa perfettamente come la penso: il Genoa ha tutte le carte in regola per lottare per la promozione, ma non è – e non è mai stato – una corazzata ammazza campionato.

E quando Gilardino ha inanellato una serie di risultati utili consecutivi, seppur felicissimo, ho temuto che si sottovalutassero le lacune palesate da questa squadra. E infatti il mercato di riparazione invernale è stato tutt’altro che convincente.

Nulla da dire sui singoli innesti, alcuni ancora da scoprire, piuttosto sulla loro reale utilità tattica.

Contro il Parma infatti sono emerse le solite problematiche del Genoa, ovvero possesso palla esasperato e attacco sterile. Davanti Coda continua a balbettare, ma le colpe non sono solo sue. Gudmundsson e Aramu sono i veri grandi assenti. È un dato di fatto assodato, che avrebbe dovuto spingere la dirigenza a prendere altre decisione in sede di mercato, invece sappiamo tutti come sono andate le cose.
La buona notizia del giorno, ad ogni modo, è rappresentata dalla classifica: il Genoa resta secondo e questo significa che se finisse oggi il campionato sarebbe in Serie A senza passare per la lotteria dei playoff.

Ciò che dovrebbe preoccupare, invece, è il calendario. Serve uno sforzo comune e comprendere che sarà una battaglia fino alla fine, incrociando le dita sul discorso penalizzazione. Pure qui, evitare di parlarne non significa che il rischio non esista.
Tornando alla partita col Parma mi limito ad osservare che il Genoa non ha fatto un tiro in porta, grazie anche ad un avversario che ha una classifica inspiegabile ed un organico da primissimi posti. Inspiegabile anche l’eccessivo furore di Benedyczak che dopo il gol ha esultato come un pazzo sotto la curva gremita di genoani.

Nella ripresa è arrivato il raddoppio parmense nato da un rigore generoso per fallo di mano di Dragusin, trasformato da Vazquez.

Una brutta sconfitta, dopo un pareggio non esaltante contro il Pisa in casa, in superiorità numerica. Un’involuzione che non deve trasformarsi in isterismo, ma che non può essere ignorata. Bravo Gila ad assumersi tutte le responsabilità dopo la sconfitta, ma ora dovrà essere altrettanto abile a riordinare i cocci.

Venerdì arriva il Palermo, poi ci sarà il Modena. Sbagliare ancora sarebbe un delitto, ma in una B come questa può succedere di tutto. E mentre il Frosinone scappa verso la Serie A, chi insegue farà bene a mettersi l’elmetto e indossare le cinture di sicurezza. Tutti avvisati. 

Pubblicato da Jacopo D'Antuono

Genoano dal 1990. Scrive e collabora con alcune delle più importanti testate giornalistiche italiane, tv e radio. Alla guida de lavocerossoblu.com dal 2018. Cinico e disilluso, eppure sogna ancora la stella.