Gila fu confermato per inerzia: la ‘patata bollente’ del post-Blessin che ha fatto le fortune del Genoa
La realtà è che, in principio, Alberto Gilardino doveva restare al Genoa per poche partite. Fu confermato non solo per i risultati, ma perché ai tempi non si riusciva a trovare una quadra nel casting per il post-Blessin. Vi erano forti divergenze interne, serviva coraggio per decidere, ma nessuno voleva prendersi la patata bollente. Così ha prevalso la comodità, che si è rivelata anche la scelta migliore per il Genoa. Ma non c’era convinzione, non c’è mai stata fino in fondo, tanto è vero che Gila rimase a lungo ad interim, fino ad una conferma di fatto.
Con la promozione in Serie A, la sua permanenza divenne praticamente obbligata, ma un’ombra – almeno per me – restava su quel modus operandi lacunoso: quando la proprietà era chiamata a decidere si perdeva nei suoi stessi meandri procedurali, tra tempi biblici, spaccature e gerarchie poco chiare.
A volte le scelte sono maturate in modo collegiale, altre meno. Come in quest’ultimo caso, con Patrick Vieira subentrato ad Alberto soltanto ora e per volontà di pochi. Il casting, evidentemente, era partito da settimane. E, a passo di tartaruga, la scelta è maturata, giustificata non solo da attriti e risultati, ma anche da un feeling forse mai davvero scoppiato tra Gila e Blazquez.