Gila fu confermato per inerzia: la ‘patata bollente’ del post-Blessin che ha fatto le fortune del Genoa

La realtà è che, in principio, Alberto Gilardino doveva restare al Genoa per poche partite. Fu confermato non solo per i risultati, ma perché ai tempi non si riusciva a trovare una quadra nel casting per il post-Blessin. Vi erano forti divergenze interne, serviva coraggio per decidere, ma nessuno voleva prendersi la patata bollente. Così ha prevalso la comodità, che si è rivelata anche la scelta migliore per il Genoa. Ma non c’era convinzione, non c’è mai stata fino in fondo, tanto è vero che Gila rimase a lungo ad interim, fino ad una conferma di fatto.
Con la promozione in Serie A, la sua permanenza divenne praticamente obbligata, ma un’ombra – almeno per me – restava su quel modus operandi lacunoso: quando la proprietà era chiamata a decidere si perdeva nei suoi stessi meandri procedurali, tra tempi biblici, spaccature e gerarchie poco chiare.
A volte le scelte sono maturate in modo collegiale, altre meno. Come in quest’ultimo caso, con Patrick Vieira subentrato ad Alberto soltanto ora e per volontà di pochi. Il casting, evidentemente, era partito da settimane. E, a passo di tartaruga, la scelta è maturata, giustificata non solo da attriti e risultati, ma anche da un feeling forse mai davvero scoppiato tra Gila e Blazquez.

Pubblicato da Jacopo D'Antuono

Genoano dal 1990, ha collaborato con alcune delle più importanti testate giornalistiche italiane, tra cui IlSussidiario.net, IlGiornale.it, Affari Italiani e Blasting News. Scrive di tutto: dallo sport al gossip, dal cinema alla musica, dalla cronaca alla tv. Opinionista radiofonico e televisivo, è stato spesso ospite di Primocanale per commentare il Genoa. Dal 2018 dirige lavocerossoblu.com e si occupa, a livello professionale, di marketing e comunicazione. Cinico e disilluso, eppure sogna ancora la stella.

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