I due Preziosi del Genoa: il primo lasciò il posto al secondo nel 2012

I due Preziosi del Genoa: il primo lasciò il posto al secondo nel 2012

Si è chiusa definitivamente l’era Preziosi al Genoa. Sono arrivati gli annunci del cambio ai vertici, ma anche le prime importanti decisioni per la rifondazione dell’intero organigramma societario. Ma questa è un’altra storia, quella che archivia i diciotto anni di Enrico Preziosi presidente.

Nella sua lunga intervista di addio, rilasciata martedì sera a We Are Genoa, l’ormai ex presidente ha trasmesso tutta la sua stanchezza e il sollievo di aver passato la mano, a suo dire, ai migliori acquirenti. 

Questi americani sono fortissimi, forse se la giocano con il presidente della Fiorentina Commisso, anzi forse ne hanno di più. Di sicuro hanno le carte in regola per fare bene“, ha detto a Pinuccio Brenzini.

Preziosi ha anche ammesso di aver ridotto al minimo gli investimenti, ad un certo punto della sua gestione, in ottica di una vendita che si è concretizzata solo dopo tanti anni: “Dal 2016, da quando ho deciso di cedere, si sono presentati mille personaggi, potrei scrivere un libro. Non ero più tranquillo e infatti gli errori si sono visti. Quando continui ma hai l’obiettivo di cedere non lavori bene. Non ho venduto per soldi, ho cercato quelle persone che potessero assicurare il futuro al Genoa”, ha dichiarato.

In realtà, nonostante gli exploit più recenti con Gasperini, il primo ambizioso Preziosi ha lasciato spazio al secondo, svogliato e rassegnato, dopo Genoa Siena nel 2012. La famosa partita delle maglie, tanto per intenderci.

Lì si ruppe irrimediabilmente qualcosa, con un coinvolgimento di Preziosi sempre più al lumicino. Così nel corso degli anni il secondo Preziosi è sempre stato più distante e sul piede di guerra con l’ambiente rossoblu, dando incertezza e risultati quasi sempre al di sotto del minimo sindacale. 

Per non parlare delle tante promesse, troppe, fatte e poi smentite dai fatti. Promesse non mantenute che hanno macchiato una gestione in cui sono state fatte anche cose buone.

“Potevo fare meglio, ma non di più”, ha ammesso Preziosi nell’intervista. Altro concetto contestabile, ma che tutto sommato possiamo anche prendere per buono. Lo stesso non si può dire sulla mancata programmazione e sulle continue scelte azzardate che si sono rivelate controproducenti.

Dalle scommesse sugli allenatori, al regalo di Gasperini all’Atalanta sulla pelle del Genoa e i misteri sulla licenza Uefa. Aspetti che non sono stati sufficientemente approfonditi in un’intervista comunque di saluti.

Restano forse più ombre che luci nella sua gestione, con l’ultimo regalo di una rosa costruita in fretta e in furia negli ultimi giorni di mercato e il rischio retrocessione.

Quindi l’arrivo di 777 Partners, certamente un soggetto più importante e abbiente di quelli accostati al Grifone in questi ultimi anni, ma non gli unici. Nell’intervista a WAG è stato citato anche Giulio Gallazzi e i suoi fondi misteriosi, in realtà ben noti a chi di dovere. 

Un personaggio, Gallazzi, osannato e inspiegabilmente liquidato in un batter d’occhio dallo stesso presidente, come accaduto a Mr Lee, portato addirittura al Mapei Stadium sotto il settore dei genoani per poi sparire nel nulla.

Ma nella trattativa infinita col manager bolognese, invece, ci furono colpi di scena legati al prolungarsi delle contrattazioni; di certo nulla per cui ritenerlo inaffidabile o avventuriero, come qualche tifoso ha ingiustamente fatto a trattativa naufragata.  

E poi le stoccate a Ballardini, che avrebbe chiesto di andar via prima dell’esordio con l’Inter in questa stagione. Avevamo parlato, proprio su queste pagine, di atmosfera tesissima durante il mercato. Una situazione che poi è rientrata, ma precipitata con il Genoa nei bassifondi della classifica.

La solita storia del Genoa di Preziosi, o meglio del secondo Preziosi, quello che ha preso il posto del primo e di cui nessuno sentirà la mancanza. Il primo,  ambizioso e vincente, resterà comunque un bel ricordo rossoblu. 

Pubblicato da Jacopo D'Antuono

Genoano dal 1990. Scrive e collabora con alcune delle più importanti testate giornalistiche italiane, tv e radio. Alla guida de lavocerossoblu.com dal 2018. Cinico e disilluso, eppure sogna ancora la stella.