Mi sono assentato alcuni giorni e al mio ritorno, dopo la sconfitta contro la Lazio, ho letto e sentito commenti indicibili su Davide Ballardini. Doverosa premessa: chiunque è criticabile. Compreso il mister. La critica costruttiva d’altra parte è il sale della vita. E soprattutto nel mondo dello sport serve ad alzare l’asticella delle ambizioni. La contraddizione, in questo caso, nasce perché ad essere criticato, anche pesantemente, è il tecnico più “vincente” della storia recente del Genoa. Non c’è da stupirsi. Era già successo con Gasperini, un marziano della panchina, succede ora con Davide Ballardini.
I miracoli di Ballardini, le tesi strambe dei teorici del calcio
Con squadre più modeste ed una situazione di classifica perennemente disperata, il mister ha sempre portato la barca in porto. E anche in questa quarta esperienza è ad un passo dall’obiettivo. Avendo messo subito la quarta, il suo Genoa ha accelerato verso un obiettivo insperato. E adesso, che sta attraversando un momento più complesso, fa storcere il naso ad alcuni tifosi e non solo. Le considerazioni sul calcio non spettacolare, il pullman davanti alla difesa e tutti quei luoghi comuni ormai triti e ritriti non reggono più. E non sono più tollerabili.
Pensate che qualcuno, in vista della prossima stagione, preferirebbe persino richiamare Maran pur di non riconfermare lo zio. Insomma ci sono tifosi che darebbero fiducia al tecnico con cui il Genoa ha navigato stabilmente tra le ultime pur di non ripartire dal Balla. Scommetterebbero su Italiano, che ben sta facendo con lo Spezia, piuttosto che annoiarsi con Ballardini. Insomma preferirebbero chiunque. Anche chi sta facendo meno, molto meno, di lui. Spiegatemi la logica. Tutto ciò fa riflettere davvero moltissimo sulla capacità di lettura di alcuni. Perché, numeri alla mano, pare che Ballardini non abbia rivali. Si avvicina a Gasperini e a tratti ha mantenuto un ruolino persino superiore. Roba da stropicciarsi gli occhi.
I numeri parlano chiaro
Sostenere che lo zio abbia svolto semplicemente il suo compito è riduttivo e falso. Lo dimostra il fatto che gli stessi a sostegno di questa tesi, a dicembre, davano già il Genoa spacciato. Uno scenario tutto sommato condivisibile in quel momento. E conferma che solo l’arrivo di Ballardini ha cambiato un destino scritto. Ecco perché stride non riconoscere i suoi meriti e appigliarsi a scuse assurde per promuovere l’idea di un eventuale cambio. Detto questo è chiaro che anche Ballardini sia criticabile. Ha sbagliato parecchio nelle ultime partite. Ed è chiaro che se si ripartisse con lui, a determinate condizioni, sarebbe lecito aspettarsi qualcosa in più dal punto di vista del gioco. Ma varrebbe per chiunque, non solo per Ballardini.
Verso il Sassuolo
Non facciamoci ammaliare dagli aspiranti storyteller. E ricordiamo che la partita contro il Sassuolo, da provare a vincere in ogni modo, non sarà affatto facile. A sentire alcuni è una sfida che il Genoa dovrà vincere a mani basse. E li capisci che, probabilmente, l’unico campo di calcio calcato nella loro vita è alla playstation.
Fatemi dire un’ultima cosa sulla riforma della Coppa Italia. Vergognoso che le stesse società che avevano bocciato la Superlega siano le stesse ad accettare una competizione elitaria riservata solo alla Serie A e alla Serie B. Alla faccia dei tifosi e del modello inglese da cui spesso si è detto di voler prendere esempio. Anche questa si è rivelata un’altra fandonia colossale.