Il finto perbenismo e la retorica (che fa male al calcio) sull’esultanza di Pellegri

Il finto perbenismo e la retorica (che fa male al calcio) sull’esultanza di Pellegri

Ieri sera in tv ne ho sentite di tutte i colori.

Accendo e sento parlare di gesto “gravissimo e irrispettoso”, secondo loro da condannare assolutamente, da parte di Pellegri nei confronti della Gradinata Sud.

Parlo della tv nazionale, dove “in difesa della Sampdoria” ci si indigna per l’esultanza del ragazzo e non per come la stessa sia finita verso il baratro.

Questo oltretutto ci interessa zero, ma il punto è un altro: esultanze come queste si prendono e si fanno da sempre.

Se tutto resta nel contesto sportivo, anche la provocazione fa parte del gioco.

Davvero, non se ne può più.

Ma cosa sarebbe lo sport senza il godimento del rivale, senza quei gesti, a volte fuori dalle righe, che animano da sempre ogni rettangolo verde al mondo.

Siamo in un Paese che affoga nelle sabbie mobili del politicamente corretto, che poi sarebbe dire una cosa e pensarne un’altra. Dire una cosa e farne un’altra.

E il caso di Pellegri è solo la punta dell’iceberg, ovviamente.

Pubblicato da Jacopo D'Antuono

Genoano dal 1990. Scrive e collabora con alcune delle più importanti testate giornalistiche italiane, tv e radio. Alla guida de lavocerossoblu.com dal 2018. Cinico e disilluso, eppure sogna ancora la stella.