Il “piano sicurezza” per blindare il Genoa

Evitare la retrocessione e tenere duro con le risorse disponibili, in attesa di nuovi investitori: Blazquez pronto a scendere in campo

Il cortocircuito esploso attorno al Genoa richiede grande cura e attenzione da parte della dirigenza e dell’uomo solo al comando, Andrés Blazquez. Alcune sue uscite possono aver deluso molti, ma non dimentichiamo che quelli bravi a criticare col senno di poi sono gli stessi che giustificano a priori ogni decisione e attaccano chi cerca di avvicinarsi alla verità prima che sia di dominio pubblico. Succede anche in queste ore, dove tanti vorrebbero solo silenzio: silenzio se si perde, silenzio se si vince, silenzio sempre. Ma qui il silenzio non piace, è la natura stessa di un social dove ci si confronta per il piacere di confrontarsi e si ragiona con serietà e concedetemelo, professionalità, senza prendersi troppo sul serio. Che è il problema che affligge molti.

Dunque, il Genoa cerca di uscire indenne dalla tempesta, con un “piano sicurezza” che prevede di blindare il club e tenerlo al riparo dai problemi di 777 Partners, ormai collassato su se stesso. Sembra non esserci alcun margine di manovra per il gruppo americano, ormai impalpabile e sommerso da guai giudiziari pesanti, che potrebbero dare il colpo di grazia alla holding di Miami, evidentemente fuori dai giochi. Il Genoa, nelle mani di A-CAP, cerca nuovi capitali e il coinvolgimento di nuovi investitori.

Nel recente passato, al Ferraris, si sono visti Alexandre Katrangi e Irina Duisimbekova, fondatori della Licorne Gulf, una holding di investimento che opera tra Arabia Saudita, Bahrain e Qatar. Finora non ci sono stati sviluppi concreti, ma è possibile che si battano strade simili per trovare nuove risorse in futuro. Come già detto, non c’è un’urgenza immediata, visto che fino a questo momento il Genoa ha rispettato tutti i suoi impegni, e grazie al fatto che nei prossimi mesi A-CAP fungerà da cuscinetto.

Il Genoa interverrà sul mercato a gennaio, ma avrà imparato la lezione?

Blazquez, dal canto suo, vorrebbe più libertà di manovra e non intende accettare paletti o restrizioni sul mercato di gennaio. Anche A-CAP dovrebbe averlo capito e si è già rivolto ad una società specializzata in crisi aziendali per garantire un supporto concreto e finanziare il mercato invernale. Arrivare vivi a gennaio è fondamentale. L’ultima retrocessione ci ha insegnato che non c’è tempo da perdere, e che in realtà sarebbe necessario fare le cose per bene fin dall’inizio, senza smantellare la squadra.

Una retrocessione d’altra parte sarebbe un danno economico enorme, che i creditori di 777 vogliono assolutamente evitare. Si stanno cercando soluzioni alternative, immediate o a lungo termine, per coinvolgere investitori terzi o una nuova proprietà. Prima di tutto, però, bisogna chiarire la proprietà effettiva del club, tra quote e possibili contenziosi.

Gli americani, pur avendo fatto cose normali, sono stati esaltati oltremodo per un triennio. Dipinti prima come salvatori della patria, poi come oppositori della mafia del calcio e poi, ancora, come maghi della comunicazione, senza un vero perché. Il vero merito è aver riportato la gente vicina al club e aver iniziato un’opera di risanamento che ha reso il Genoa più appetibile. Contestarli o sollevare dubbi ora, oltre che fuori luogo nei modi e nei tempi, è inutile. 

Pubblicato da Jacopo D'Antuono

Genoano dal 1990, ha collaborato con alcune delle più importanti testate giornalistiche italiane, tra cui IlSussidiario.net, IlGiornale.it, Affari Italiani e Blasting News. Scrive di tutto: dallo sport al gossip, dal cinema alla musica, dalla cronaca alla tv. Opinionista radiofonico e televisivo, è stato spesso ospite di Primocanale per commentare il Genoa. Dal 2018 dirige lavocerossoblu.com e si occupa, a livello professionale, di marketing e comunicazione. Cinico e disilluso, eppure sogna ancora la stella.