Il vero colpevole non è in panchina. Ma se Balla non vince sarà salto nel buio (e forse è giusto così)

Se i ciarlatani del pallone contassero fino a cento prima di proferire parola, articoli come questo non vedrebbero mai la luce.

Pensate, le cattiverie e le castronerie contro il tecnico hanno raggiunto picchi tali, che viene voglia di difenderlo persino dopo una partita inguardabile come quella contro lo Spezia. Una partita in cui il Genoa, un po’ miracolosamente, ha salvato il salvabile prendendosi un punto importantissimo.

Punto a parte, c’è poco da stare allegri perché il pareggio al Picco ha confermato gli inquietanti limiti di questa squadra. Una squadra che conferma gravi lacune strutturali, che si impegna al massimo e che è molto generosa, ma che è anche molto fragile ed estremamente prevedibile in qualsiasi iniziativa che provi ad intraprendere.

Paradossalmente fa meglio quando è disperata e senza niente da perdere. Il che dice tutto. 

E’ questione di organizzazione di gioco, ma anche di giocatori di qualità (che non ci sono). Lo dimostra il fatto che, anche ieri sera, il mister è stato costretto a rispolverare i salvatori della patria. Ovvero quelli che – tanto per intenderci – sono in panchina quando dovrebbero essere titolari e viceversa.

Questo è uno dei tanti stucchevoli ritornelli di chi ha ormai deciso che l’unico colpevole è e deve essere Davide Ballardini.

Sia chiaro, il tecnico non è esente da colpe. Sarebbe folle sostenere il contrario. Ma le sue responsabilità più gravi non sono quelle che gli vengono ingiustamente attribuite.

La prima, per quanto mi riguarda, è non aver alzato la voce quando, in estate, ha assistito inerme alla demolizione della squadra. Il secondo errore, quindi, è di essere rimasto, accettando un organico da lui ritenuto incompleto e costruito tardivamente. 

La situazione si è rivelata più difficile di quanto avrebbe mai immaginato e questo è sicuramente un altro suo errore di valutazione.

Se il Genoa è sul fondo della classifica, se i punti sono pochi e se le prestazioni efficaci degli anni scorsi appaiono lontane anni luce, è chiaro che anche l’allenatore abbia la sua fetta di responsabilità

Sostenere però che sia l’unico e principale responsabile della crisi del Genoa lo lasciamo tranquillamente dire a chi per esistere deve necessariamente cavalcare il malcontento. Sono gli stessi che – molto probabilmente – avanzavano quella bizzarra teoria secondo cui Gasperini era bravo solo al Genoa. Gli stessi che annunciavano il Genoa venduto tra una settimana, senza mai specificare di quale mese e quale anno, così da avere sempre ragione. Insomma, questa robetta qui.

Ci sarebbe tanto da dire, invece, su questo pessimo inizio di stagione. Tante critiche e considerazioni da fare, senza pregiudizi. Ci sarebbero temi tecnici su cui dibattere, ma a questo punto è meglio che lo facciano ai piani alti. Perché l’agonia degli ultimi anni con Preziosi in sella pare non abbiano insegnato nulla a certi commentatori tifosi.

Ma come dicevamo, mentre loro scribacchiano su Facebook, è opportuno che la società faccia le sue valutazioni. Per quanto sappiamo il pari dovrebbe bastare a Ballardini per giocarsi i suoi ulteriori gettoni con Venezia ed Empoli.

Ma giustamente resta in discussione, con nuove ombre dietro l’angolo. Oltre ai nomi di Nicola e Maran, si è infatti aggiunto quello del debuttante De Rossi. Non proprio Guardiola, benché di lui si parli già benissimo… 

Pubblicato da Jacopo D'Antuono

Genoano dal 1990, ha collaborato con alcune delle più importanti testate giornalistiche italiane, tra cui IlSussidiario.net, IlGiornale.it, Affari Italiani e Blasting News. Scrive di tutto: dallo sport al gossip, dal cinema alla musica, dalla cronaca alla tv. Opinionista radiofonico e televisivo, è stato spesso ospite di Primocanale per commentare il Genoa. Dal 2018 dirige lavocerossoblu.com e si occupa, a livello professionale, di marketing e comunicazione. Cinico e disilluso, eppure sogna ancora la stella.