Il voto al mercato del Genoa: cosa non mi ha convinto e cosa sì

Il mercato del Genoa è stato il solito mercato privo di pathos in entrata e oltremodo effervescente in uscita. E’ stato il solito mercato delle promesse non mantenute, delle incoerenze e delle cessioni mancate. Dalla società rossoblu non mi sarei aspettato molto di più. In entrata ha fatto il minimo indispensabile con mosse mirate e tatticamente utili alle esigenze di mister Prandelli. Senza la cessione di Piatek il voto al mercato sarebbe stato persino sufficiente, ma il polacco invece è andato al Milan in barba a tutte le promesse fatte.

Di positivo ci sono gli innesti a centrocampo, Radovanovic e Lerager. Il primo porta esperienza ed un caratterino battagliero, mentre il secondo rappresenta un profilo pronto all’uso e con margini di crescita davvero molto interessanti. In attacco qualunque nome paragonato a Piatek sarebbe stato non all’altezza. Quello di Sanabria ad ora non lo è, ma va giudicato sul campo e le referenze sono degne di nota. Qualcosa in più poteva essere fatto sulle corsie laterali, dove Prandelli resta con la coperta corta. Ok alle cessioni di Sandro e Romulo a Udinese e Lazio. Meno bene la permanenza di giocatori come Marchetti e Lapadula, che restano a libro paga. Il voto alla gestione societaria, priva di programmazione e qualsiasi ambizione sportiva, sarebbe sul 3 o giù di lì. Il voto al mercato appena concluso non va oltre il 5. 

 

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Pubblicato da Jacopo D'Antuono

Genoano dal 1990, ha collaborato con alcune delle più importanti testate giornalistiche italiane, tra cui IlSussidiario.net, IlGiornale.it, Affari Italiani e Blasting News. Scrive di tutto: dallo sport al gossip, dal cinema alla musica, dalla cronaca alla tv. Opinionista radiofonico e televisivo, è stato spesso ospite di Primocanale per commentare il Genoa. Dal 2018 dirige lavocerossoblu.com e si occupa, a livello professionale, di marketing e comunicazione. Cinico e disilluso, eppure sogna ancora la stella.