Se dovessi scegliere due immagini della serata di ieri da tatuare sul cuore sarebbero senza dubbio troppo poche. Come si fa a decidere tra il sold out da mille e una notte del Ferraris, tra le coreografie che fanno scuola nel mondo o tra splendidi gol di una partita bellissima.
Incluso il rigore di Mimmo Criscito, che dice addio al calcio giocato ma non al Genoa, da sempre e per sempre nel suo cuore. Il capitano ha chiuso la sua carriera proprio con un rigore, all’ultimo secondo, proprio sotto la Gradinata Nord.
Quella Gradinata per cui ha lottato, gioito e sofferto almeno 290 volte.
Nemmeno Steven Spielberg avrebbe potuto immaginare un finale del genere.
Un finale che chiude definitivamente un cerchio. Perché alla fine tutto torna davvero. Soprattutto nel calcio.
E il ritorno in Serie A del Genoa e il contemporaneo affondamento della Sampdoria è un quadro perfetto che esalta ogni tipo di sfottò in città.
Una città rossoblu, ora più che mai, in ogni suo angolo. Basti pensare ai bandieroni che hanno colorato Genova e non solo, da levante a ponente, nella settimana della festa che è destinata proseguire.
E che ieri sera, fino a tarda notte, ha raggiunto il suo culmine tra funerali, sceicchi e dromedari.
“È la Sampdoria non c’è più” hanno cantato dentro e fuori lo stadio i 33.000 del Ferraris, durante e dopo un match spettacolare.
A proposito il Grifone vince 4-3 ma questo è un dettaglio irrilevante rispetto allo scenario che ci ha fatto ancora una volta stropicciare gli occhi.
Li ha fatti stropicciare soprattutto a Josh Wander, vertice di 777 Partners, presente al Ferraris assieme a tutto l’organigramma.
Col suo iconico cappellino e il tipico charme da business man contemporaneo, si è goduto lo spettacolo finale sotto la pioggia, incantato da una Nord e da uno stadio che meritano ben oltre la Serie A.
Una Serie A da proteggere e da affrontare con la giusta ambizione. Ora però è ancora il momento di festeggiare. Il Genoa ha vinto. Il Genoa è in Serie A. Grazie Genoa.