Il retroscena: l’ultimo grido del Balla, isolato e sfiduciato prima di un esonero scritto

La corsa di Davide Ballardini al Genoa è finita. Lo sapeva lui, lo sapevano i tifosi e lo sapeva soprattutto la proprietà, che aspettava la sosta per comunicare una decisione già presa da tempo.

Il primo indizio lo aveva dato il ds Taldo, prima di Empoli, affermando sostanzialmente che il Genoa avrebbe dovuto iniziare a fare punti pesanti al Castellani.

Nella semplicità di queste parole un ultimatum secco a Ballardini, abituato a stare sul chi va la ma comunque destinato ad essere esonerato, in ogni caso, anche se avesse portato a casa punti.

Magari non subito, sarebbe successo dopo, con il ciclo di ferro che invece toccherà al subentrante Shevchenko.

Ballardini e il Genoa, una stagione iniziata male

I risultati recenti del Genoa sono da lacrime e sangue, nessuno può dire il contrario. Ma è anche vero che Ballardini, conoscitore di calcio e persona perbene, ha dovuto fare i conti con la specialità della casa: ovvero una squadra senza capo né coda costruita e consegnata a campionato in corso.

Lui ce l’ha messa davvero tutta e non è bastato. Giustamente paga, come sempre accade nel calcio. Ma il suo errore più grave resta aver accettato la conferma, pur non condividendo il pericolosissimo immobilismo estivo della società sul mercato.

Forse sperava in una sorte migliore, di arrivare a gennaio con un margine di sicurezza e cominciare a divertirsi coi nuovi proprietari. Ma le cose sono andate diversamente.

E già dopo Salerno ha capito che se la sarebbe vista brutta. Il mister e i suoi ragazzi sono riusciti a tamponare la crisi, ma non a scacciarla, con tre pari di fila che hanno segnato il destino del mister.

Esonero Ballardini già scritto

I patti erano chiari: nel mini ciclo o si svoltava o si cambiava guida. Ed ecco quindi la scelta che ha portato a Sheva, preferito a Pirlo per la velocità con cui ha detto sì alla proposta di 777 Partners. Traduzione: Pirlo avrebbe voluto più tempo per decidere e valutare meglio ogni aspetto. Ma il Genoa non aveva più voglia di aspettare.

Così è arrivato l’esonero di Ballardini, abbandonato anche da alcuni tifosi che fino a poco prima lo osannavano. C’è stato poi l’abbraccio virtuale dei social, con tanti altri genoani che non dimenticano i miracoli del tecnico e che ringraziano comunque lo Zio per avercela messa tutta in questo inizio di stagione.

“Ci sono difficoltà che voi, o una parte di voi, nasconde. Difficoltà che sono evidenti. Noi le conosciamo e ci conviviamo quotidianamente, qualcuno di voi evidentemente non ci sente e non ci vede“, ha detto il mister in sala stampa prima dell’esonero.

Un ultimo grido che racchiude la tensione e la solitudine accumulata in questo inizio horror. Il vero grazie, di questo, va a chi ha provato a calpestare la sua dignità, quando lo ha esonerato, richiamato e confermato consegnandogli come ultimo regalo un giocattolo rotto prima ancora di essere scartato.

Pubblicato da Jacopo D'Antuono

Genoano dal 1990, ha collaborato con alcune delle più importanti testate giornalistiche italiane, tra cui IlSussidiario.net, IlGiornale.it, Affari Italiani e Blasting News. Scrive di tutto: dallo sport al gossip, dal cinema alla musica, dalla cronaca alla tv. Opinionista radiofonico e televisivo, è stato spesso ospite di Primocanale per commentare il Genoa. Dal 2018 dirige lavocerossoblu.com e si occupa, a livello professionale, di marketing e comunicazione. Cinico e disilluso, eppure sogna ancora la stella.