Mal di pancia Preziosi: adesso non è più il solo

Mal di pancia Preziosi: adesso non è più il solo

Adesso Preziosi non è più solo. Il mal di pancia ha colpito anche alcuni tifosi. La caccia alle streghe è cominciata ben prima di Genoa Sassuolo e la sconfitta di oggi, peraltro immeritata, segna la fine del gradimento bulgaro di mister Ballardini. Lo Zio è finito nel banco degli imputati ed è lievitato il numero di tifosi che gli attribuisce più responsabilità del dovuto. L’accusa è sempre la stessa: approccio rinunciatario, formazioni e cambi sbagliati.

Tutti argomenti su cui si potrebbe dibattere apertamente, se non fossero dettati esclusivamente dalla delusione dei risultati. Già perché se Masiello non avesse fatto ciò che ha fatto parleremmo di un’altra partita. Lo stesso se il tiro di Zappacosta fosse finito all’angolino anziché sfumare sul fondo. Inoltre non si tiene conto del forfait di Strootman all’ultimo minuto e ancora dell’episodio che di fatto ha spianato la strada alla vittoria del Sassuolo. Ma si potrebbe menzionare anche il gol annullato al Genoa o più sportivamente la forza dell’avversario.

Genoa Sassuolo, quando gli episodi fanno la differenza

Bisogna infatti riconoscere che nel primo tempo gli emiliani hanno fatto meglio del Genoa, molto meglio. Manovra impeccabile, giro palla rapido e più qualità nel fraseggio. Parliamo d’altra parte di una squadra non a caso in piena corsa per un posto in Conference League. Qualcuno, però, sembra tralasciare questi dettagli. La classifica, intanto, resta tutto sommato positiva grazie al Cagliari che non ha sbagliato il match clou con il Benevento. Vincendo 3-1 lo ha lasciato a meno cinque punti dal Genoa, con tre partite ancora da giocare.

In ogni caso la penso come Ballardini quando sostiene che la squadra c’è e che può andare a prendersi questa salvezza. Bisogna non sbagliare Bologna, avversario ormai salvo e privo delle motivazioni che dovrebbe invece avere il Grifone. Se il Genoa farà il suo, chiuderà ogni discorso e anche il lavoro di Ballardini resterà immacolato. Non per i suoi detrattori, ovviamente, che vanno persino oltre una – non più eccellente – buona media punti. Questo finale di stagione dirà tanto sul futuro del Genoa. Non è una squadra allo sbando o in caduta libera, come spesso è successo in altre stagioni, ma è una squadra non più brillantissima e che, probabilmente, sta esaurendo le risorse. Per fortuna basterà solo un ultimo sprint per centrare il traguardo. Poi occorrerà scoprire le carte per il futuro. E sebbene resti aperto il discorso di conferma Ballardini in caso di salvezza, questo clima generale di scontento potrebbe legittimare un colpo di testa del presidente. Non che Preziosi, solitamente, ascolti i desideri della piazza. Tuttavia questa volta potrebbe trovare di fronte a sé la strada spianata.

Preziosi cambierà tecnico?

Perché se è vero che tutti o quasi riconoscano a Ballardini il miracolo salvezza, in molti non gli perdonando l’involuzione innegabile degli ultimi mesi. E non solo: gli attribuiscono le principali colpe. Il punto è questo: davvero il Genoa poteva fare di più? Tenere il passo a cui eravamo abituati, il livello delle prestazioni? Certo, sarebbe stato straordinario. Ma forse significava chiedere troppo. Quando manca programmazione e unità di intenti tutto diventa più difficile.

Non dimentichiamo inoltre dove è partito Ballardini, le carenze strutturali di un organico comunque non oltre il decimo o il dodicesimo posto. E non dimentichiamo che la sconfitta di oggi è arrivata contro una squadra di livello medio-alto, il Sassuolo, con certezze e giovani di qualità in rosa. Il Genoa di Ballardini sarebbe bello vederlo da inizio stagione, con un mercato ed una squadra costruita in sinergia. Ma forse anche questo è chiedere troppo. Sia a Ballardini che al presidente Preziosi.

Pubblicato da Jacopo D'Antuono

Genoano dal 1990. Scrive e collabora con alcune delle più importanti testate giornalistiche italiane, tv e radio. Alla guida de lavocerossoblu.com dal 2018. Cinico e disilluso, eppure sogna ancora la stella.