Come è nato Ballardini 2.0
Siamo ai primi di ottobre e mister Ballardini convoca una riunione col suo staff tecnico per discutere quanto appreso precedentemente da Klopp. Un’esperienza didattica senza alcun dubbio appagante per il mister. D’altra parte ha avuto modo di avvicinarsi ad uno dei migliori al mondo. Lo zio Balla prende nota, ammira i principi di intensità, mobilità e gestione palla dettati dal tedesco. Ma anche Thiago Motta lo colpisce positivamente, a differenza dei tifosi genoani che ne hanno un pessimo ricordo in panchina. Come allenatore infatti è andato malissimo alla guida del Genoa. Troppo acerbo probabilmente. E troppo complicata la situazione con cui si è trovato a che fare. Gli mancava l’esperienza di Ballardini, uno che ha imparato a sue spese dai rapporti burrascosi con presidenti difficili e situazioni tecniche emergenziali. Ne è quasi sempre uscito da vincente, con il lavoro sul campo e con la ricetta dell’equilibrio. Una cura, quella di Ballardini, che funziona benissimo al Genoa. Somministrata con la forza della semplicità, dei concetti più semplici applicati con una straordinaria efficacia. Ed è proprio questo, probabilmente, il fiore all’occhiello di Davide Ballardini. Ora in una nuova versione 2.0 tutta da scoprire.