Sono gli stessi che oggi festeggiano la probabile retrocessione di Ballardini con il Sassuolo, quelli che non vedevano l’ora di questo epilogo. E, naturalmente, sono gli stessi che ignorano completamente gli infortuni pesanti che hanno condizionato il suo percorso in neroverde. Perché ignorare è più facile che comprendere. E così, su questa ignoranza, costruiscono argomentazioni cervellotiche per etichettare qualcuno come “scarso” o “non scarso”.
Ebbene, dovreste sapere che questi pseudo-opinionisti non possiedono la minima competenza calcistica né capacità critica. Spesso, sono millantatori del nulla. La loro interpretazione delle situazioni legate al Genoa ne è un chiaro riflesso. Ma non tutti sono così. Come giustamente mi ha fatto notare ieri un lettore, la maggioranza dei genoani comprende il significato di riconoscenza.
E pazienza se a qualcuno proprio lo Zio non piace, è evidente che questi signori soffrano di memoria corta e che l’avversione prevalga sul ragionamento. È triste notare che questa stessa avversione non sia stata rivolta, a suo tempo, verso la proprietà che stava conducendo il Genoa verso il baratro.
Gli stessi che, ancora oggi, hanno messo sotto il tappeto lo spirito critico. Sarebbe auspicabile invece valutare le opinioni sulla base dei fatti, anziché parlare a vanvera. Questo è l’abc della vita e della competenza, che troppo spesso manca.
Gentile Jacopo, penso che quelli che criticavano Ballardini siano gli stessi che adesso criticano Gilardino. Quella del Genoa è una “tifoseria” che ha sempre dovuto convivere con una “frangia autolesionista”. A prescindere il “mugugno incancrenito” rimango convinto che con “Lo Zio” nel 2022 avremo avutto una salvezza “sofferta” ma una salvezza. E comunque non ricordo altri allenatori esonerati dopo una rimonta fuori casa.