Titoli di coda

Le scintillanti promesse di 777 Partners si dissolvono dopo appena tre anni, ma il Genoa naviga ancora in acque sicure.

Al di là delle formalità è chiaro che che l’avventura di 777 Partners al Genoa sia ormai giunta al capolinea. Dalla riunione di Blazquez con i tifosi è emerso quanto già appariva evidente: il gruppo proprietario del Grifone è in disfacimento. Il castello di sabbia è crollato nelle mani di A-Cap, il gruppo assicurativo che tiene in pugno i beni degli americani e che ha tutto l’interesse a portare la barca in porto. Il progetto iniziale, intrigante e ambizioso, si è dissolto rapidamente, senza mai partire davvero.

Una retrocessione (per metà attribuibile al vecchio proprietario), una promozione ed una salvezza tranquilla: questo è il bilancio del primo triennio, tra iniziative che hanno riavvicinato il club ai tifosi ma che, in fin dei conti, non hanno cambiato l’inerzia storica del Grifone.  

E quest’anno, partito sotto i peggiori auspici, tra bugie, omissioni e sopravvalutazioni, rischia di rivelarsi pesante per il grifone, a meno che – come preannunciato da Blazquez ieri sera – non si intervenga con decisione a gennaio. Ma la domanda sorge spontanea: non si poteva agire prima?

Questa estate eravamo tra i pochi indignarci per le cessioni ravvicinate. Ci chiedevamo perché il mercato in entrata fosse stato così deludente mentre molti ci spiegavano che eravamo menagrami e questo era il mercato migliore degli ultimi anni.

Che De Gea era bollito, che Gudmundsson spaccava lo spogliatoio e che Retegui era meglio perderlo che trovarlo. Insomma, stupidaggini su stupidaggini. Il risultato è stata una rosa indebolita, con un mercato che noi ritenevamo appena sufficiente (e ciononostante ci siamo presi insulti su insulti) slavo poi scoprire che era ampiamente insufficiente.

Un’altra lotta salvezza… ed un futuro da scrivere

Ora, il futuro è tutto da scrivere e passa anche dal presente sul campo. Il Genoa deve conservare la categoria (e dove sta la novità?) ma soprattutto, come auspicavamo, trovare un compratore serio e affidabile che possa con chiarezza e oculatezza gestire la società, senza rinunciare all’ambizione che è il sale dello sport.

Altrimenti è inutile vivacchiare, con l’acqua alla gola, qui c’è un popolo intero che meriterebbe di sognare. E ribadisco: sognare, non illudersi.  Dunque, chi salverà il Grifone? Il Genoa al momento non dev’essere salvato, perché naviga in acque economicamente tranquille. Ma la situazione può diventare agitata se non si cercheranno soluzioni alternative per il futuro.

Nel frattempo i titoli di coda calano sul gruppo 777, con il riferimento Spors che evidentemente andrà altrove. “Non so cosa farà ora”, ha detto Blazquez. “In questo momento non c’è un gruppo dove fare il direttore. Il gruppo è di squadre, ma il Red Star è in un processo di vendita, lo Standard Liegi è in processo di vendita per l’Everton è stato fatto un accordo con la famiglia Friedkin e la proprietà del Genoa proverà a trovare un socio o fare una vendita”, spiega ancora l’ad.

Pubblicato da Jacopo D'Antuono

Genoano dal 1990, ha collaborato con alcune delle più importanti testate giornalistiche italiane, tra cui IlSussidiario.net, IlGiornale.it, Affari Italiani e Blasting News. Scrive di tutto: dallo sport al gossip, dal cinema alla musica, dalla cronaca alla tv. Opinionista radiofonico e televisivo, è stato spesso ospite di Primocanale per commentare il Genoa. Dal 2018 dirige lavocerossoblu.com e si occupa, a livello professionale, di marketing e comunicazione. Cinico e disilluso, eppure sogna ancora la stella.