Venezia Genoa: il pensiero della sera parte da lontano

Venezia Genoa: il pensiero della sera parte da lontano

La vecchia proprietà, negli anni, ha portato il Genoa sull’orlo del precipizio tra salvezze all’ultima giornata, licenza UEFA e incertezze strutturali.

L’ultimo regalo, siamo stati i primi a dirlo – quando invece molti parlavano di “Genoa da ottavo posto” o descrivevano il mercato come “il migliore degli ultimi anni” – è stata la pochezza tecnica dell’organico.

Pochezza che sottolineavamo quando Ballardini non riusciva a dare un senso ad una squadra che, comunque, era sopra la zona rossa.

Ciononostante lo Zio era diventato il capro espiatorio. E il Venezia – senza un vero motivo – era considerato molto più scarso del Genoa. Così come lo erano tutte le altre squadre con cui il Genoa non ha vinto nemmeno per sbaglio.

Nel frattempo sono arrivati i 777, che meritavano e meritano tuttora credito se non altro perché hanno la possibilità di fare investimenti importantissimi.

Ma non raccontiamoci che la B è una manna dal cielo. Perché non lo è. Non prendiamoci in giro dicendo che a gennaio è stato fatto un buon mercato. Perché in campo sono più o meno sempre gli stessi e le lacune non sono mai state colmate.

Diciamo invece che Shevchenko si è rivelato una follia e che si è tergiversato troppo per il suo allontanamento, perdendo tempo prezioso con Konko.

Diciamo che strapagare gli acquisiti e vantarsi per il solo fatto di averli strapagati e poi giocare coi soliti undici non è sinonimo di lungimiranza.

Diciamo che questa retrocessione – se così sarà – avrà le sue radici nella vecchia gestione. Ma anche che i nuovi dovranno imparare alla svelta dai pesanti errori di quest’anno perché la B non sarà una passeggiata. Chiedere a chi l’ha già fatta tutta dal 95 in poi….

Pubblicato da Jacopo D'Antuono

Genoano dal 1990. Scrive e collabora con alcune delle più importanti testate giornalistiche italiane, tv e radio. Alla guida de lavocerossoblu.com dal 2018. Cinico e disilluso, eppure sogna ancora la stella.