E’ il giorno di Salvatore Sirigu al Genoa. Conferenza stampa di presentazione per il nuovo portiere rossoblu, reduce dall’entusiasmante vittoria agli Europei con l’Italia.
Vivo di stimoli e sensazioni. La spinta più grande me l’ha data il fatto di essere stato apprezzato, voluto e cercato. Sono cose che fanno piacere. Non è stata una scelta di comodo. Arrivo da una squadra importante e storica, ho vestito altre grandi maglie importanti e sono fiero di proseguire su questa via.
Perché la scelta è ricaduta sul Genoa.
Per me ogni sfida è affascinante, poter lottare con questa maglia è uno stimolo importante per affrontare l’anno. Al Mondiale ci penso, però da qui a un anno e mezzo ci sono tante cose da fare. Voglio solo confermarmi e vivermi quest’esperienza col sorriso sulle labbra. Anche a trentaquattro anni penso ci si possa migliorare.
Le ambizioni del club rossoblu:
Da quando sono qui mi dicono che la squadra è ridimensionata, che si punta al lavoro per arrivare alla salvezza. Non ci sono voli pindarici, chi lavora qui si tiene basso ed è una cosa che apprezzo. Per il Genoa è stata dura all’inizio della scorsa stagione, poi è andata alla grande. Dobbiamo partire più umili del normale. Senza tifoseria è diverso. Quindi dobbiamo partire dall’obiettivo minimo, per sviluppare una stagione buona
Analogie tra Torino e Genoa secondo Salvatore Sirigu.
Credo che ogni avventura sia una cosa a sé. Giocare in una squadra come il Torino e il Genoa con una tradizione di primo ordine ti fa sentire soddisfatto. Cercherò di fare quello che ho sempre fatto, essere un professionista esemplare. Lavorare tanto, ma soprattutto bene. Ferraris? Quando ami il calcio e giochi a Marassi dici oggi me la godo. Spero di farlo anche da portiere del Genoa.
Sul suo nuovo compagno di squadra, Federico Marchetti:
Ho grande stima di lui, anche tecnicamente. Abbiamo un gran rapporto.
Sul rapporto con Ballardini e il numero di maglia 57:
Persona di poche parole ma molto diretta. E’ una cosa che mi è piaciuta subito. Ho scelto il 57 perché è il civico di una nostra casa in Sardegna, una cosa che mi accomuna ai miei fratelli.