Il presente dice che il Genoa è salvo e che se la gioca con chiunque in Serie A. Un traguardo non da poco, a metà aprile, da neopromossa. E infatti anche a Firenze, un Genoa “brutto, sporco e cattivo” ha fatto la sua parte, contro una Fiorentina intenta a riaprire uno spiraglio europeo.
Lasciatemi dire che non è stata di certo la partita per la vita, né per la viola, né per il Genoa che però ha confermato la solita compattezza e grande concentrazione. C’è chi dice che con Gilardino non si vede giocare a calcio, ma la domanda allora sorge spontanea: chi è che fa vedere del gran bel calcio in Serie A?
Me ne viene in mente soprattutto uno, che per me è un maestro di calcio da sempre, ma al di là dei miti e delle leggende, la realtà è pane e salame quasi per tutti.
Qui, invece, possiamo goderci un Genoa equilibrato, che nel corso del campionato ha anche divertito. Adesso la stanchezza di fine stagione e le minori motivazioni possono aver allentato la qualità del gioco, ma sono discorsi che lasciano il tempo che trovano.
L’1-1 di Firenze ci ha regalato un Albert perfetto dagli undici metri, ma anche tre occasioni da gol interessanti e non capitalizzate. Dunque non c’è di che lamentarsi (se non del VAR), il dodicesimo posto è soddisfacente e può essere una base da cui partire.
Certo, resta incomprensibile l’esaltazione esasperata da parte di alcuni per i 39 punti, ma fa parte del gioco. L’importante che il Genoa giochi per puntare più in alto possibile. A partire dalla prossima stagione…