I genoani hanno colorato le strade della loro passione, con un entusiasmo che ha lasciato a bocca aperta l’Italia sportiva.
Ne hanno parlato tutti i giornali, oggi ne parlano tifoserie da tutto il mondo, che riconoscono al popolo del Grifone una fede infinita.
Paradossale retrocedere in un clima da Champions League, ma di certo non inedito per la ‘gente di mare’ del Ferraris, che ritrova ben radicati certi valori nella sua sconfinata storia.
Una storia di drammi ed esaltazione, una storia destinata a sopravvivere a qualsiasi cosa.
In diciotto mila, nonostante il penultimo posto e nonostante una stagione sportivamente orrenda, hanno fatto tremare il Luigi Ferraris, incantando dapprima con una coreografia senza precedenti e poi alzando i decibel al massimo.
E non è bastato il gol di Barrow a guastare quel tornado della Gradinata Nord. Semmai lo ha rafforzato.
Da dodicesimo uomo in campo ha spinto fino alla fine e anche oltre, riversando tutto il suo amore per il Genoa in un corteo festoso che ha spinto la società a prendere una posizione inequivocabile: la Serie B dovrà essere solo di passaggio.