La matita Rossoblu di Diego Pistacchi: ultimo “quarto di finale”

La matita Rossoblu di Diego Pistacchi: ultimo “quarto di finale”

Ecco l’ultimo “quarto di finale” e poi si volerà verso la scelta della giocata più bella dell’anno rossoblù, ovviamente con la speranza che la prossima stagione sia ancora più ricca di soddisfazioni e di meraviglie per i tifosi rossoblù.

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1) Lo so, Mattia Perin è già semifinalista nella parte “alta” del tabellone. La sua parata su Matri ha fatto il pieno di voti. Ma c’è stata un’altra prodezza del più forte portiere italiano (ormai dopo Marchetti, of course) che si è presa prepotentemente una nomination. All’Olimpico di Roma le soddisfazioni sono sempre state pochissime, e anche quest’anno il Genoa è tornato a mani vuote. Non dopo aver tuttavia fatto paura a una Roma che pensava di aver già chiuso la partita sul 2-0. I ragazzi di Ballardini lasciano il fortino troppo tardi, ma accorciano le distanze sull’asse Pandev-Lapadula, poi sfiorano il pari. La Roma si scuote e imbastisce un paio di azioni per mettere in ghiacciaia i 3 punti. Al 39′ del secondo tempo Dzeko mette Florenzi tutto solo davanti a Perin. Sembra gol fatto, ma ancora una volta mentre l’avversario sta già studiando che tipo di esultanza inscenare, PaPerinik ci arriva. D’istinto, di piede, ci soffia su… insomma, la prende e la mette fuori. Paganini non replica, Mattia sì.

Mattia Perin
2) Una di quelle partite da vincere a tutti i costi, come al solito si stava rivelando la classica partita da Genoa.
Il 23 aprile al Ferraris c’è il Verona ma il Grifo parte con il piglio giusto, dopo 7′ è già in vantaggio con Medeiros, controlla tutto il primo tempo e sfiora il raddoppio. Ma è il Genoa, appunto. La ripresa inizia sulla difensiva, Ballardini concede metri agli avversari che non fanno granché ma premono e buttano palle dentro. Su un tiro senza pretese di Cerci, Hiljemark ci mette la mano, rigore. Romulo evidentemente sente già il clima e prova a convincere la matita rossoblù prima ancora di vestire la gloriosa casacca a quarti. Non vale, ma lui fa lo stesso 1-1. Sull’asse incrociato Genova-Verona ci pensa l’altro ex, Bessa, a riportare il Genoa avanti e fa 2-1. Ma il pubblico teme sempre la solita “genoanata”. Meno male che c’è lui, Kung Fu Pandev, che stende gli scaligeri. Ma non lo fa banalmente.
Allo scadere prende palla a metà campo, ne disorienta un paio con una finta, avanza accentrandosi e puntando l’area. I compagni gli fanno i movimenti giusti e lui potrebbe servire ancora Bessa con un filtrante che avrebbe messo il compagno solo davanti al portiere. Ma già che i piedi di Goran si possono permettere quel filtrante, beh, allora si possono permettere anche di meglio. Vede il portiere già pronto a uscire, dà un’occhiata al pallone e… cucchiaio magico dal limite. Palla in buca. Standing ovation. Il gol che diventa copertina di tutte le trasmissioni sportive italiane (e non solo). Chapeau Goran.
Goran Pandev

Pubblicato da Jacopo D'Antuono

Genoano dal 1990. Scrive e collabora con alcune delle più importanti testate giornalistiche italiane, tv e radio. Alla guida de lavocerossoblu.com dal 2018. Cinico e disilluso, eppure sogna ancora la stella.